DOVE TUTTO HA AVUTO INIZIO

Ciclo Zero, la Grande Esplosione

Le leggende narrano che il giorno in cui accadde la Grande Esplosione si levò una colonna di fumo dai mille colori, oltre i picchi innevati delle Aeland,  alta fino al cielo, seguita da un enorme boato che costrinse tutti a tapparsi le orecchie; poi, un silenzio inquieto segnato dall’assenza di alcun cinguettio o gracidio… Il vento si levò ululando, sanguinario, divelse numerosi alberi, scoperchiò le abitazioni, ferì le persone con schegge di vetro; la terrà tremò, le case crollarono, i pozzi d’acqua divennero inservibili. La tecnologia che fino a quel momento era stata fondamentale per gli abitanti delle Cittadelle, smise lentamente di funzionare.

Iniziarono quindi le Guerre tra le Cittadelle, per contendersi le risorse di cibo, l’energia, la tecnologia e medicamenti che ciascuna aveva per sé e che ognuna voleva sottrarre all’altra; in questo modo, anche a causa di nuove e sconosciute malattie, gli insediamenti iniziarono a spopolarsi, mentre pian piano la vegetazione si insinuava sempre più insistentemente e con atteggiamenti difensivi verso chi cercava di confinarla.

Ne seguì la “Migrazione della Speranza”: alcuni decisero di abbandonare le loro case per cercare risorse in altri territori.

Fu così che nacquero i Nuovi Popoli Periferi.

I Nuovi Popoli Periferi

La Migrazione della Speranza è il primo e unico esodo che le menti possano ricordare, di cui è stata tramandata la storia di generazione in generazione, dato che non vi sono scritti di quell’epoca, persi nella distruzione che seguì la Grande Esplosione.

Per numerosi cicli i fuggiaschi furono costretti a sopravvivere, prima che a vivere; non avevano rifugi, mezzi, e neppure conoscenze. Erano bambini spauriti che non sapevano come fare un fuoco, perciò temevano la notte come la morte. Finché, a qualcuno di loro non venne un’intuizione e seppe come accendere una fiamma; lo insegnò agli altri, lo incise su di una roccia, e non lo dimenticò.

Difatti l’altro problema legato alla Grande Esplosione, era proprio la memoria; allora, molto più di adesso, le persone scordavano gesti e mestieri che sapevano fare fino a pochi momenti prima. Quindi, cominciarono a scrivere tutto ciò che rammentavano, ad insegnarlo agli altri, di modo che quelle conoscenze non andassero più perdute.

Pian piano, molto lentamente, i Periferi costruirono piccoli villaggi, soprattutto per difendersi dalle fiere notturne che li braccavano e non temevano i loro falò. Si adoperarono per costruire delle armi rudimentali, ma che non venivano usate contro la vegetazione.

La natura – conosciuta con il nome di Gea – poco dopo la Grande Esplosione aveva iniziato ad essere infestante; alberi, erba, rampicanti, liane, a seconda del territorio ve n’era una presenza sempre più massiccia, costante e invasiva, ovunque lo sguardo si posasse. Qualcuno aveva tentato di arginare questa lenta e inesorabile “invasione verde” con lame ed incendi, ma gli incauti erano morti con aghi conficcati nella pelle e soffocati da radici attorno al collo.

Con il passare del tempo, la natura difensiva di Gea andò ammorbidendosi, come se l’entità naturale avesse trovato un proprio equilibrio con i Nuovi Popoli Periferi, i quali iniziarono a prendersi gentilmente dei piccoli fazzoletti di terra per coltivare ortaggi, e ad allevare qualche vacca o pecora.

Nessuno mangiava carne perché le leggende narrano che chi se ne fosse cibato sarebbe impazzito completamente (perché accedeva ad una conoscenza che la mente semplice non poteva contenere) oppure sarebbe stato ferocemente punito da GEA, perché aveva osato nutrirsi dei Figli di Andor.

Territori e Popoli, storia ed evoluzione fino al 1348

Dopo la Migrazione della Speranza le poche genti sopravvissute al massacro delle guerre, alla fame ed alle malattie, iniziarono a spostarsi a Sud delle Cittadelle Perdute, in direzioni diverse; con il passare dei cicli, villaggi e paesi sorsero in vari territori al di sotto dei picchi innevati.

A causa della onnipresenza della vegetazione ogni conglomerato era chiuso a sé stesso, gli unici rapporti intrattenuti erano quelli che consentivano di viaggiare in giornata, senza affrontare l’oscurità. Per centinaia di cicli, quindi, i Periferi vissero isolati gli uni dagli altri, intenti soltanto a sopravvivere ed imparare nuovi mestieri.

Fu così che, a seconda del clima e della zona dove abitavano, si differenziarono gli uni dagli altri per abitudini, tradizioni, credenze, persino nei tratti del volto; si venne a sapere che vi erano altre popolazioni, con diversi modi di fare e di vivere, perché qualche persona intrepida iniziò a spostarsi, cercando di trovare un riparo per la notte che la proteggesse dalle fiere assetate di sangue.

Un centinaio di cicli fa i Periferi iniziarono lentamente a cercare di ripulire le vecchie strade, scoprendo che collegavano più parti delle zone abitate; man mano che un sentiero si liberava, potando gentilmente le radici e i rami, venivano erette quelle che tutt’oggi si chiamano le “Locande di Mezza Via”, ostelli e taverne che consentono ai viaggiatori di fermarsi al calar del sole per riprendere il viaggio con la nuova alba. Si crearono così dei collegamenti commerciali tra le Terre Perifere, che permisero alle genti di comunicare tra di loro, rompere lo stato d’isolamento definitivamente, iniziare a barattare merci e frutti di Gea.

Fu in questo periodo che vennero dati per la prima volta nomi ai territori occupati, in base al popolo che ci viveva; nonostante ciò non esistevano confini precisi e vi erano villaggi in cui abitavano persone con tratti e tradizioni differenti.

I monti Aeland, sede principale dei Solitor, popolo caratterizzato dalla pelle bianca come la neve e marchi tribali che gli solcano il volto; sono Periferi silenziosi e pazienti come le montagne ove abitano, tendenzialmente pragmatici, vivono in piccole comunità. Per tradizione adorano le storie e le freddure, sebbene facciono fatica a esprimersi con gli sconosciuti, a causa delle dimensioni delle grotte in cui fino a poco fa hanno vissuto per tutta la vita, per generazioni. Al momento i Solitor sono nascosti alle basi delle Aeland, locazione sconosciuta.

Yagmur, il luogo dove vivono gli Exit, infestato da quella che loro chiamano Osman, la foresta più pericolosa che ci sia; Le difficoltà di sopravvivenza tuttavia ne hanno fatto un popolo a volte “opportunista”, curioso e affamato di conoscenza, ama gli enigmi: si considerano tendenzialmente più scaltri e acuti di tutti gli altri Periferi. Sono individui con un’aperta socialità, spesso molto loquaci, che ben si prestano a ruoli mercantili.Gli Exit sono indubbiamente molto percettivi verso GEA, per cui nutrono un profondo rispetto. Durante la cerca degli Estranei dal ciclo 1346 ad oggi, il territorio Exit comandato dai Muntakh di Maktaba si è sempre mantenuto neutrale agli occhi della Cittadella. Voci di corridoio però rumoreggiano che di fatto Maktaba abbia aiutato gli Estranei in più modi.

La piana Shenzou, zona centrale del territorio dove i Popoli Periferi si sono fermati dopo il fenomeno migratorio, in cui vivono principalmente i Natus, gli unici che riescono a sopportare agevolmente l’umidità che permea quella pianura costellata di numerose Locande di Mezza Via poste in punti strategici. I Natus hanno un’indole naturalmente gioviale, è gente di compagnia che ama molto conversare, intrattenere commerci e partecipare attivamente alla vita della comunità. Adorano vestirsi di abiti colorati, per combattere il grigiore della nebbia di quelle terre. Inoltre è l’unico popolo in cui vige la concezione comune di famiglia allargata. Diversamente dal passato, i Natus hanno avuto una svolta “coraggiosa”, sciogliendo qualsiasi alleanza detenuta con ASA e stanno centralizzando il potere a livello territoriale.

il Deserto Sabbioso e roccioso Koraka abitato dalle tribù nomadi e guerriere dei Furenter, con una pelle simile a quella di una tartaruga, resistenti alle alte temperature e al sole; istintivi, determinati e con un grande senso dell’onore, sono dotati di un temperamento aggressivo, pronti a lottare con ogni mezzo per sopravvivere in quel deserto che è la loro patria. Il rapporto tra le tribù infatti è contraddistinto dalla guerriglia che determina la supremazia di una tribù piuttosto che di un’altra; ovviamente, le alleanze non sono infrequenti. Negli ultimi due cicli i Furenter hanno mostrato quanto siamo affascinati da tutto ciò che possa renderli più forti e le miniere che si stanno esaurendo hanno portato alcune tribù a spostarsi in maniera offensiva verso i territori di Tir Nan. Ad oggi, le tribù dopo alcuni accordi hanno avuto in concessione l’uso delle miniere delle Lande Esterne dei Picchi Sibillini e a nord di ASA.

Il bosco Tìr Nan è uno dei luoghi più misteriosi nelle lande Perifere, perché qui si trovano i villaggi dei Ne mu ji, persone schive e silenziose che non consentono a nessuno di entrare in quei boschi di cui i Ne mu ji si identificano come protettori e guardiani. Il loro rapporto con Gea è infatti molto profondo e intimo, ed essi nel tempo hanno costruito un grande senso di appartenenza e comunione con la natura. Nonostante il ruolo che ricoprono e la filosofia della Mo’Lagh diversificata e a tratti contorta, questi hanno un animo scherzoso, uno spirito tagliente e sempre pronto alla battuta, ma nell’esprimersi sanno essere anche pacati e molto riflessivi.

Rawu-Mai chiamato Lago Salato, o Oceano secondo gli Aurian, questo popolo che vive nelle acque hanno un’indole pacifica e conservatrice.La caratteristica fisica principale è la loro natura anfibia: possono vivere nell’acqua ma anche all’aria aperta. Hanno un colorito viola malva con delle striature rosa corallo su tutto il corpo, e sono in grado di muoversi molto velocemente nuotando, essendo dotati di piedi palmati.
Sono attenti a preservare scrupolosamente le tradizioni e quello che conoscono già. e sono diffidenti verso l’ignoto e le novità. Riconoscono l’importanza e la necessità di affidarsi ai più saggi e potenti, a chi per nascita è destinato a regnare, ma non rifiutano i doni di Oceano, e sfruttano con coscienza le loro potenzialità da druida o manipolatori.

Il popolo degli Aconian vive in ASA, conosciuta impropriamente come Cittadella, situata oltre i monti Aeland, a circa 12 mesi di cammino dai territoti Periferi. Sono persone che vivono in un territorio tendenzialmente poco verde, con una quotidianità routinaria, per cui hanno un carattere pratico, dita veloci, ma nei momenti di quiete e pausa non disdegnano i divertimenti, le risate ed i colori. Compartimentalizzano molto l’approccio della persona al tipo di momento: se si sta lavorando, un Aconian sarà focalizzato, serio e non tollererà distrazioni. Al contrario, si godrà i momenti di festa assaporandoli al massimo. Gli Aconian hanno sempre rispettato la Natura, che da pochi cicli chiamano Gea (grazie alla commistione avvenuta con i periferi arrivati in Suburbia), e la ammirano all’interno del De Pavillion, unica zona davvero verde della capitale.